Una situazione dagli sviluppi imprevedibili
Il 25 settembre potrebbe essere una data storica per il mondo. Il Kurdistan ha iniziato a votare questa mattina alle 8.00, le 7.00 in Italia, per il Referendum indipendentista nei confronti del governo di Bagdad.
Un voto che potrebbe sconvolgere gli equilibri della regione. Sono infatti spettatori interessatissimi la Siria e la Turchia.
Ieri è fallito l’ultimo tentativo di mediazione dell’Iraq nei confronti del leader autonomista Massoud Barzani, il quale, dopo aver definito l’Iraq uno “Stato settario“, ha dichiarato: “Siamo arrivati alla convinzione che l’indipendenza ci permetterà di non ripetere le tragedie del passato“.
La consultazione coinvolge 5,3 milioni di elettori curdi registrati. Sono sparsi in tre province del Kurdistan autonomo: Erbil, Sulaimaniyah e Dohuk, ma anche nella provincia petrolifera e contesa di Kirkuk. Gli elettori sono stati divisi in 12.072 seggi che chiuderanno i battenti alle 20.00 ora locale.
La situazione
Il referendum non ha valore vincolante, ma si tratta certamente di uno scossone che Barzani vuole infliggere all’unità del paese.
Le dichiarazioni nei confronti degli stati confinanti sono molto concilianti. Barzani ha ricordato che la Turchia e il Kurdistan hanno interessi a essere amici.
Di tono opposto sono invece le prese di posizione di Bagdad. Il Primo Ministro iracheno, Haider Al-Abadi ha alzato i toni. In un discorso alla Nazione ha infatti sottolineato che il referendum curdo è “una decisione unilaterale che va contro la Costituzione e la pace sociale”. Ha inoltre aggiunto che non permetterà che il governo non permetterà la creazione di uno stato su base confessionale.
L’accenno alla Religione non risulta però completamente corretto. Il Kurdistan infatti solleva questioni di ambito etnico e non religioso. Segno che l’Iraq si prepara a dare per l’opinione pubblica una giustificazione di tipo confessionale ad eventuali nuovi sviluppi.
Al-Abadi ha proseguito infatti affermando: “Prenderemo le misure necessarie per conservare l’unità del Paese”.
Ci si appresta quindi ad aggiungere altri problemi alla già complicata situazione vigente nella regione.